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Il Papa Laico

Pubblicato da enzo cilento su 6 Agosto 2014, 17:08pm

Tags: #mater et magistra

"Se mi ami non puoi volermi cambiare la testa, resettandomi"; anche se la mia testa ha le sue belle battute a vuoto; e anche se vuoi "la mia salvezza" (da chi? da cosa?).

Il fatto è che si deve voler salvare le persone per quello che sono, rispettandone la storia.

E' una lezione che nasce dal "rispetto"; parola questa che assai somiglia a quell'altra, "amore"; e che è prerogativa solo dei grandi, appunto, delle grandi menti, aperte.

Nel 1978, il 6 di agosto, moriva Giovanbattista Montini, uno che al rispetto ha dedicato la propria esistenza; all'apertura e alla diversità: come dimenticare ad esempio il discorso di Manila e la forza esplosiva della Evangelii Nuntiandi?

Sono non a caso "i laici" oggi a ricordarne di più, con ammirazione, l'enigmatica grandezza (da più giorni ne leggo a proposito sul laicissimo Repubblica, a firma Agostino Giovagnoli: e non solo);

e non a caso, infine - pur contro tutte le resistenze del mondo, proprie dell'ambiente clericale, quelle oppostegli da ogni tradizionalista - questo papa (Bergoglio), venuto appunto dall'altro continente, ne riconosce di continuo il primato, citandolo di frequente: più di qualsiasi altro predecessore.

Per noi, venuti da lontano, un uomo aperto e di fede così, non può essere che l'interlocutore ideale.

Noi, da lontano ci siamo venuti infatti; ed abbiamo cercato uno con cui dialogare: Montini lo era, perché era un uomo sensibile.

La verità non vi vuole cambiare i connotati insomma, li vuole valorizzare in un'ottica di coronamento di ricerca onesta e di umanità.

Chi non agisce così si fa solo interprete di un proselitismo ai confini con la colonizzazione culturale forzata.

Ecco perché dall'altra parte del mondo, Montini è un esempio di intelligenza, oltre che di santità; mentre da noi, molto meno; mentre la Curia trionfalista e autoreferenziale del Cristo Monarca e Trionfante, Ecclesia Triumphans, ne ha voluto sardonicamente sottolineare i limiti (?) amletici caratteriali.

Un monarca che pensa è un debole, un incerto!

Dimenticando che questo è solo un surrogato di un principe machiavellico, non di un'autorità morale.

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