Qual è il sogno della tua generazione?
Ogni generazione sembra averne coltivato qualcuno; e non è detto che questa non ne abbia.
Pur vero che per ogni latitudine, i sogni cambiano inevitabilmente: in certi Paesi sarà la pace e aver di che mangiare. In altri una qualche forma di libertà; in altri, un lavoro e una qualche stabilità; in altri, un modello di vita che non ti schiacci fino all'alienazione.
Il sogno della mia generazione, da questa parte del mondo, è stato una certa idea di libertà, forse di leggerezza; di liberazione dai certi luoghi comuni, dalla morale piccolo borghese, che è oltretutto pienamente immorale, è farisaica.
Mi ricordo "La Califfa" di Bevilacqua, in quegli anni, e con essa tutti i romanzi borghesi della nostra Italietta bacchettona ed ipocrita del boom (Saviane e Chiara, Bassani); vizi privati e pubbliche virtù. E noi - alcuni di noi - è contro quel modello che ci siamo scagliati.
Si trattava della stessa genia di quelli che obiettavano al Cristo di turno che "quelli non fanno le abluzioni prima di mangiare"; come se questo fosse il succo di ogni cosa.
Era il sogno della mia generazione mettere al tappeto questa ipocrisia banale e qualcuno ci rappresentava nelle nostre richieste: talora la politica, la letteratura, la musica.
C'è un 'aria di restaurazione che mi sembra ristagnare nel web in questi giorni ( emagari fosse solo là!).
Ho appena ricevuto una robaccia del genere da "amici" illuminati, che ritengono che Cristo sia solo con loro. E giù a dar giudizi su tutto e tutti, a dire "questo è bene e questo no".
Non che non si debba avere il coraggio di obiettare; è quel dogmatico pensiero unico che mi sconvolge: che è come il vento africano di un'estate che brucia che mi infastidisce e che mi fa guardare con sospetto ai sogni di questa de-generazione: perché ho il timore che esso consista solo in una restaurazione.
Che è sempre e solo una forma di potere, una discriminazione, un andazzo farisaico: "noi i giusti, voi, i dannati"
E così per dare inizio al rogo.