Beata giovinezza

Pubblicato da enzo cilento su 18 Ottobre 2014, 19:16pm

"Vi abbiamo imposto come canone primo l'imitazione a voi che siete creatori, sempre vivaci di mille idee e novità... Vi abbiamo peggio trattati, siamo ricorsi ai surrogati, all'oleografia, all'opera d'arte di pochi pregi e di poca spesa...

Siamo andati anche noi per vicoli traversi dove l'arte e la bellezza - e ciò che è peggio per noi - il culto di Dio sono stati male serviti"

Eppure la grande sfida dell'artista era la stessa del credente autentico, cioè "carpire dal cielo dello spirito i suoi tesori e rivestirli di parola, di colori, di forme e di accessibilità".

Così parlava Paolo VI cinquant'anni fa ad un gruppo di artisti.

Ce n'è abbastanza per me, per pensare che c'è uno a cui dedicare la mia fatica di scrivere, la mia prossima a teatro: dopotutto è questo che vorrei fare: "carpire tesori e rivestirli di parole, di forme di accessibilità".

Ma se Montini per molti è beato da domani, per noi è un punto di riferimento da tanto, "beato", a nostro modo, perché la sensibilità, la fragilità sono forme di grandezza, sono valori evangelici ed universali.

Capire che bisogna aprirsi al nuovo, alla ricerca - sotto ogni latitudine - è lo sguardo paterno di chi vuole accogliere e comprendere, anche ciò che non gli appartiene, per cultura e per retaggio generazionale. Un vecchio che si mette a fianco ai suoi ragazzi per capire come funziona è un giovane grande.

Ho un mio amico vescovo, novantenne, che Paolo VI lo conobbe bene, che mi si mette a fianco, giorni fa, per vedere cosa corre sul web, per leggere il mio blog e le mie follie di scrittore e di teatrante.

Ho capito il modello.

E questo mi ha fatto felice: fiducioso per un domani migliore.

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