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Facciamola dunque la pace, con le palme e con i rami di ulivo, se crediamo che Qualcuno o qualcosa ci sia venuto a liberare dalle nostre guerre e dalle nostre piccole e grandi tragedie personali. Ognuno porta dentro di sé il suo bacillo della guerra.
Anche se questa pace con cui ci salutano all’entrata delle loro città è il preludio di una passione: per la pace si soffre e si muore, si dà la vita, così come per la verità.
Non si tratta della pace del volemose bene e del compromesso a tutti i costi: essa fa spargere sangue e lacrime.
La pace interiore prima di tutto: fa’ quanto senti nel tuo cuore e non fare che la pace degli altri, quella superficiale e accomodante, sia la misura della tua pace.
La pace nei modi e nelle relazioni, perché quella tua tranquillità è capace di vincere ogni guerra.
La pace di fronte alle leggi della natura, del tempo che passa, dei giorni che non tornano, perché questo garantisce il migliore approccio alla tua esistenza.
Fa’ pace con i tuoi limiti e se credi offrili a quel Dio che ha lasciato che fossero in te.
La pace rispetto a tutte le manifestazioni esteriori, come le palme che accolgono Gesù a Gerusalemme: ricorda che non da questo dipende la tua felicità e che queste spesso si trasformano in un attimo in lance puntate contro di te, quando non li lasci nella loro pace.
Lascia in pace infine coloro che non possono capirti e che non vogliono: anche se fossero familiari e conoscenti. Lascia che vivano la loro tranquillità e questo non turbi la tua.
Era quanto leggevo questa mattina – e che ora mi viene da parafrasare – nell’Ufficio delle Letture, uno scritto di s. Antonio di Creta.
Quello che possiamo offrire dopotutto in questa vita e in questi giorni è solo questo e non è poco: la nostra vita costruita nella volontà e nella grazia di creare qualcosa di bello profumato e gradito al cielo; il nostro corpo offerto per quest’opera; la pazienza per il limite nostro e altrui; la sapienza e l’intelligenza di sapere che nulla è più importante di questa pacificazione che stiamo mettendo su, con infiniti sforzi, giorno dopo giorno.
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