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Il santo dei senza dimora

Pubblicato da Enzo Cilento su 15 Aprile 2015, 09:25am

Tags: #I PADRI

Non mi voglio impossessare di quello che non mi appartiene. Se volete saperne di più non resta che andare sul sito pellegrinaggi a Roma e scoprirete quanto non sta a me descrivere qui e ora.

So solo che, leggendo ieri un libriccino che uso quasi quotidianamente per seguire la mia modetsa messa quotidiana, mi balza agli occhi il santo vagabondo di Dio, di cui avevo già sentito parlare e di cui devo aver visto le spoglie, dal momento che queste riposano infine dopo tutto il vagare della sua vita, in s. Maria ai Monti; e che ho visto quasi tutti i giorni, visto che era là, a quattro passi, che ho lavorato.

E’ un santo atipico questo Giuseppe Benedetto Labre, vissuto nel 1700, 35 anni, nativo di Amettes in Francia e poi vissuto a lungo a Roma, ma come un mendicante, già in vita a tutti noto come “il Santo”.

Nulla in comune: sia detto a gran voce. E tanto meno la santità.

Resta il fatto che i suoi viaggi tra Certosini e Trappisti, Cistercensi soprattutto, somigliano un po’ alle mie peregrinazioni liete e infelici degli ultimi anni: ne parlavo proprio ieri in un mio pezzo (mi cito da solo!).

Così che per entrambi – e solo Dio sa perché – le cose sono poi andate in altro modo (le tane delle volpi di cui ieri). E dire che il primo versetto che mi fu dato da leggere fu proprio questo, da Matteo. Forse avrei dovuto capire.

La cosa che più mi sbalordisce ora è che da allora Benedetto Labre cominciò il suo pellegrinaggio quotidiano nelle chiese di Roma che mi son più care e familiari; dove oltretutto mi fermo ancora, quando posso: s. Maria ai Monti; S. Maria Maggiore di cui più volte ho detto anche su queste pagine; s. Prassede, la chiesa dei martiri, dove la piccola Prassede, si racconta raccogliesse in un pozzo, ora coperto, il sangue dei martiri appunto.

Domani sono a Roma – ma è un caso! – domani, 16 aprile, festa di San Benedetto Labre.

In via dei Serpenti, 8 - a un passo da s. Maria ai Monti - è il Santuario del Transito del santo. Mi dicono che nell’occasione ci si raccolga tanta gente. Forse dovrei farci un salto. O forse sarà per un’altra occasione, ora che lo so; una volta che si potrà parlare a quattr’occhi io e il Vagabondo di Dio: se mi risponderà o se invece resterà come faceva in vita assorto verso il suo Altrove, tutto preso da quello che cerca in questa Città in attesa di quella Eterna per davvero, come avrebbe detto Agostino.

Mi ricordo una volta – sia detto così, per sorridere – qualche anno fa, di una mia visita alla tomba di Francesco.

La mia vita era già allora – e avevo appena cominciato – questa ricerca affannosa eppure entusiasmante del posto in cui trovare pace e Dio. Mi avvicinai alla grata e non potei fare a meno di dire a mezza bocca “fa’ qualcosa, perché è un po’ per colpa tua che ho cominciato questo viaggio”. Ne sono contento e fiero oggi, grato invero.

Il fatto è che Dio stesso non chiese a Davide una casa e un tempio dove abitare, ma come sempre una tenda sotto cui riposare spostandosi sempre e ovunque insieme a quelli che erano la gente sua.

Il santo dei senza dimora
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Coincidenze che danno luce alla vita di Santi.<br /> Venerdi santo: passavo di lì come spesso accade nei miei giri di routine e di nuovo la vecchina Maria con la signora Lucia del piccolo pensionato uscivano per andare in Chiesa. <br /> Riconoscendola le ho offerto il braccio (come accadde tempo fa quando fu lei a chiedermi di aiutarla: episodio che - per altri motivi - accennai anche sul blog) e così con la signora Lucia abbiamo scambiato due parole; sarà per questo che Lunedì scorso tornando a casa ho trovato il piccolo volantino con le indicazioni delle varie fasi della celebrazione; forse Lucia me lo ha lasciato rispondendo con un gesto affettuoso alla disponibilità che sin dal primo incontro le avevo dichiarato per fare quel che posso e sento per le signore che ……”hanno trovato dimora” nel piccolo pensionato, non a caso – direi - “condiviso” con gli ambienti del santo che trovò pace proprio lì, in quel che era nel 1783 il retrobottega di un macellaio……
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