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Un Mida rovesciato

Pubblicato da enzo cilento su 11 Agosto 2013, 10:24am

Tags: #in vista

Ho sempre amato quel "Là dov'è il vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore (12, 33).

Mi è sempre sembrato così chiaro e paradigmatico da non ammettere nessuno sforzo interpretativo, nessuna possibilità di essere variamente e strumentalmente interpretato, nessuna ambiguità.

Dov'è dunque il mio tesoro, quello vero, quello che cerco da sempre e che ha reso inquieto tutti i passi del mio vagare, quelli che Tu conosci tutti; il mio cammino pertanto incerto, tortuoso e contraddittorio?

Bisogna chiederselo ogni tanto.

Perché uno che ha avuto tante ricchezze eppure si sente eternamente povero e bisognoso, evidentemente quella ricchezza che continua a cercare, non la possiede né l'hai mai avuta.

Dov'è dunque il mio tesoro?

Il mio tesoro è nei cieli, cioè nell'aria che respiro e che entra ed esce dai miei polmoni; è lo Spirito il mio tesoro; il senso che ha qualsiasi ricchezza e povertà; ed è davvero lo Spirito che non solo fa nuove tutte le cose (si chiama stupore, al primo impatto): tanto da costituire l'elemento che cambia tutto in oro: è questo - credo - il segreto alchemico; è questo lo spirito contrario a quello del re Mida.

Se quest'ultimo infatti rende tutto incommestibile, indigesto, materialistico e non più tesoro ma dannazione; è lo Spirito invece che rende ogni povertà ed abitudine ricchezza e novità. Rende nuovi gli incontri e nuovo il nostro relazionarci nei confronti del mondo intero.

Il nostro tesoro consiste nello Spirito con cui trasformiamo ogni cosa: perché siamo pieni di fiducia. E non si tratta del resto neppure del solito bicchiere mezzo pieno. E' molto di più: è Rivelazione.

Così come colui al quale viene rivelato un "prezioso" segreto, in certo modo lo possiede, condivide la ricchezza insista in esso, ne cambia le prospettive e le aspettative, lo sguardo sulle cose e non solo su quelle future; tanto che dalla preziosità stessa del segreto si sente tenuto a custodirla, a difenderla, come cosa sua; così quella Rivelazione ( si tratta pur sempre di un segreto di cui veniamo messi a parte) ci rende ricchi di quel bene che, indubbiamente - applicato alla vita - la cambia.

Tanto che alla fine quello Spirito e quella fede, quella ricchezza e promessa, ci impediranno di cadere nella sfiducia e nello sconforto pur di fronte al nostro limite; essi cioè sappiamo che non cesseranno di cambiare quanto di noi e della nostra quotidianità deve essere ancora cambiato in oro e in novità.

Ci crediamo, con tutto il cuore, perché il nostro tesoro consiste nell'essere memori di quanto abbiamo già vissuto mentre continuiamo a prestare fede a quanto ci è avvenuto di incontrare già una volta, quanto ci ha già cambiato, in parte; e quanto ci è stato promesso.

E' lì il nostro cuore dunque, perché là è il nostro tesoro, quello che stiamo scoprendo e di cui sappiamo la localizzazione: del resto sappiamo che c'è.

Essere ricchi potrebbe cominciare anche solo col sentire di esserlo (ma perché ci è stato rivelato); attenderlo e chiederlo come un dono, il più grande.

"A chiunque fu dato molto - conclude però il passo evangelico - molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà chiesto molto di più.

Non credi che ti venga chiesto tanto, perché hai un tesoro incommensurabile tra le mani? Che quella è la tua eredità?

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