Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

simeone.overblog.com

simeone.overblog.com


Tasse da pagare

Pubblicato da enzo cilento su 12 Agosto 2013, 07:50am

"Quindi i figli sono liberi" - ci ricorda Gesù, a Cafarnao, a colloquio con Pietro, mentre i riscossori dei tributi chiedevano a quest'ultimo se il suo maestro le pagasse le tasse.

Beh le tasse - anche per Gesù - le pagano tutti.

Forse, potremmo aggiungere, "tutti, tranne i furbi". E per quanto tale argomento si presti a mille considerazioni, talune anche ovvie, in questo Paese: il nostro, intendo. Ma qui, al di là del tributo fatto della bella moneta d'argento trovata nella bocca di un pesce (e anche su questo simbolismo tanto si potrebbe aggiungere); le tasse da considerare sono soprattutto il prezzo che costa ogni cosa a questo mondo: nel quale viviamo, col quale dobbiamo convivere, pur sapendo di essere liberi; perché non è di questo mondo la nostra libertà.

Già: intanto vaglielo un po' a raccontare agli esattori di questa bella città degli uomini che la tua libertà non passa esattamente da loro e comunque non in prima battuta da loro.

E allora quel benedetto balzello va pagato.

Chi, trovando nella bocca del pesce la sua bella preziosa moneta, come Giona, morendo e poi resuscitando, liberato quindi dalla stessa prigione nella quale è stato costretto, in mare, come in un sepolcro; chi, perché deve affrontare quotidianamente un po' di quella morte ("si muore un po' per poter vivere" - scriveva il cantautore Paolo Conte alcuni decenni fa, ormai: ma nulla è cambiato in tal senso), accettando di affrontare realtà che non ama: i potenti e i prepotenti, gli invidiosi e i mormoratori; i pettegoli e i perbenisti; i farisei e gli ipocriti; il materialismo e la superficialità; la meschinità e la piccineria; la cupidigia e l'ansia di apparire o di arrivare.

Ma, del resto, ritirarsi sul monte, sprezzanti, significa non pagarlo quel tributo e dire, come il vecchio fariseo del Vangelo. "Signore, ti ringrazio di non essere come loro": ben altra tempra del pubblicano che sa bene di essere almeno in parte della stessa pasta di tutti gli uomini, sempre un po' peccatori, meschini e vanesi.

Ma così è la scena di questo mondo.

Che però passa - grazie a Dio - e quella tassa non è eterna.

Perché noi siamo liberi: figli di un Dio più grande di quelli come noi, di un Padre che non si vendica e non porta rancore; che non ha ansia di arrivare, di accumulare e di apparire; che non ha bisogno, in fin dei conti, della scena di questo giardinetto - non sempre un Paradiso! - in cui per ora siamo portati a vivere, dovendone pagare anche una tassa di soggiorno: inevitabile. Credo peraltro una moneta d'argento, quasi sempre, da tirar fuori dalla bocca del pesce, in apnea magari: per uscire dai nostri sepolcri viventi, dove l'aria diventa irrespirabile se non si scopre di essere liberi, appunto, nonostante tutte le apparenze.

C'è un prezzo da pagare, per stare nella città degli uomini e nelle loro case. E doverlo affrontare è sempre un po' metterci in croce. Ma non c'è altra via.

Gratis c'è solo l'essere venuti al mondo, appunto: l'essere figli, chiamati a stare qui: un po' pietre d'inciampo e in ogni caso fratelli anche del riscossore; anche di chi vuole imporre ad ogni costo nuovi tributi.

Pago - è vero - mi dico!

Ma non per essere libero, io; semmai perché anche altri condividano con me il gusto di questa libertà senza dire di me: eccolo là il furbo che non paga le tasse.

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post

Archivi blog

Social networks

Post recenti