Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

simeone.overblog.com

simeone.overblog.com


Borse e sacche

Pubblicato da enzo cilento su 7 Luglio 2013, 08:14am

"Non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada" - fu una delle prime raccomandazioni.

Ma per molto tempo non capimmo di cosa si trattasse.

Pensai, invero (ne discutemmo più volte e ce ne facemmo belli), che mi dovessi sbarazzare di tutto quello che avevo. Cominciai a farlo.

Andai al mercato e cominciai a vendere i miei dischi e i miei cd: erano le cose più care che possedevo, insieme ai miei libri, i miei poveri libri che mi han fatto sognare. Gershwin si vende a 3 euro e Ravel a 2, tale è l'inflazione dei prodotti disponibili in rete.

"Sa, ormai la gente la musica la scarica direttamente in rete" - mi dicevano gli acquirenti. E io, di rimando "Ma la qualità del suono...". Già! Ma a nessuno interessa più di tanto la qualità: basta che ne venga qualche suono. "E' la vita, fratelli: la chiamano modernità". Tornavo a casa così un po' più leggero e felice di aver tagliato anche questo dalle mie spese: "libertà, libertà" - gracchiavo - e credevo d'aver capito proprio ogni cosa.

Ci vendemmo anche i dischi su vinile poi, quelli che giravano sui nostri piatti, quand'eravamo bambini. Avevamo di tutto. Annunci sui giornali e via,, in blocco, ad un collezionista, tranne qualche solco da cui proprio non ho saputo staccarmi: raccontava la mia infanzia, dopotutto.

E così andando: vestiti, lenzuola, e scarpe, la casa infine, perché dovevo partire senza borsa né sacca, negando a noi stessi anche il piacere di fermarci a salutare qualcosa che ci legava a ciò che eravamo stati e a ciò da cui eravamo stati liberati.

Ci sentivamo dei superuomini. O forse dei "Superapostoli", come dice Paolo.

Ci rendemmo conto solo allora che sandali e borse, sacche e borse non erano altro che una pura metafora del nostro andar leggeri verso la via della salvezza.

Era dei nostri pregiudizi, delle ideuzze miopi, delle pretese, dei romanticismi irrealistici, delle nostre "sovrastrutture" come una volta si diceva, che dovevamo alleggerirci. Della nostra presunzione di sapere quel che era necessario per un viaggio che neppure sapevamo dove ci avrebbe portato.

Se non sapete dove andrete, non potete sapere neppure ciò di cui avrete bisogno, a parte la fiducia nel cammino.

Non si può dire "questo sì e questo no", in linea di massima, prima che ti venga spiegato il percorso. Cosicché, ciò di cui credevamo ci saremmo liberati (le cose) era davvero marginale rispetto a ciò di cui ci saremmo dovuti liberare per andar leggeri.

Non va leggero chi non ha nessuno zaino da portare. Va spedito chi è felice di partire. Ed è solo quello che conta ed è quello che va sempre recuperato e messo tra i bagagli.

"Nel mio intimo, fra molte preoccupazioni, il tuo conforto mi ha allietato" - dice il Salmo - ed è quello il bagaglio da custodire come la nostra seconda pelle. E' la borsa, il sacco e il sandalo di cui non si può fare a meno. Per tutto il resto c'è tutto il cammino per valutarne l'importanza e per liberarsene senza rimpianti, senza nemmeno salutarlo.

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post

Archivi blog

Social networks

Post recenti