Cipì e cipi diventa una nuova rubrica.
Stamattina mi godo un po' di sole e me ne vado a fare un po' di palestra: perch no? Ho fatto le mie preghierine, per me e per il mondo intero. Riesco a farlo persino per quelli che insomma mi hanno messo fuori e insomma, cipì e cipì, anche grazie a loro posso dare sfogo alla fantasia e insomma inventarmi un altro modo di vivere che può essere cristiano.
Perchè se non ti svegli con la voglia di farle le cose e di affrontarla la vita, cipì e cipì a che serve che dici "grazie al Vangelo ho cambiato la mia vita"?
Insomma non mi voglio sbattere per comprarmi le cose inutili; farmi durar le cose e non partecipare alla baraonda del Pil da accrescere e del bilancio da mettere in pareggio. Cipì e cipì gli hanno detto che è un qualunquista.
Ma no, dai.
E' solo uno che sta imparando a contare quanti giorni gli mancano e quanto dura questa vita: non molto. Non abbastanza per spender tempo ed energie come se tutto questo fosse eterno. Non lo è.
La fantasia del Vangelo, la fantasia dello spirito, non è che te ne freghi degli altri: è che impari a renderti utile nel nome della leggerezza. Che la più grande delle lezioni è che non ci vuol moltissimo per vivere. Che presto mi inventerò un manuale per vivere con poco: vendita assicurata.
Poca spesa, buone letture, un po' di esercizio per il cuore e per la mente; la verità da dire sempre e poi perseguirla, con uno stile proprio; una insopportabile libertà (per gli altri) di spirito che ti libera da quella schiavitù in cui tutti sarebbero contenti di metterti. Peccato che ci sia la tracciabilità e poi ancora il telefono e ovunque le telecamere. Perchè altrimenti sarei certo di andare dove nessuno può raggiungerti. Mi dicono: "ma fuggi..."
Ma no, davvero.
Fuggirei me stesso se non seguissi me stesso e quel che Dio m'ha messo in corpo. Credetemi. Si vive meglio così. Io sì.