L'ho trovata su di una immaginetta tempo fa, forse dopo una delle mie puntate ad Assisi. Avvengono di frequente, avvengono: magari mi cambiassero!
E si tratta di una preghierina di quattro versi, che uno manda giù a memoria in un attimo.
Mi piace quell'accento sulle tenebre del cuore mio. E chi è che non ha tenebre dentro di sè? E mi piace quell'idea di voler compiere quella "tua vera e santa volontà", altra bella impresa a dire il vero.
Ma poi è il cuore che conta: è avere a cuore di compierla quella volontà che non è solo la nostra: è di più, perchè è quella volontà in cui la nostra è pienamente compiuta, direi.
Ma non devo dire altro...
Dico che ricordarla e recitarla è semplice, è confortevole, come mettersi addosso un abito a cui siamo abituati, uno di quelli che ci sembrano cuciti addosso, apposta per noi. Perchè ci lasciano liberi, semplicemente noi stessi, noi che siamo tenebra, tanta, e cupezza: noi che sbuchiamo ogni tanto tra le nuvole perchè di un po' di sole di primavera abbiamo tanta nostalgia.
Ecco dunque quanto scriveva Francesco:
“O alto e glorioso Dio, illumina le tenebre del cuore mio.
Dammi una fede retta, speranza certa, carità perfetta e umiltà profonda.
Dammi, Signore, senno e discernimento per compiere la tua vera e santa volontà. Amen”.
San Francesco