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Le uova degli ortodossi

Pubblicato da enzo cilento su 19 Aprile 2014, 17:53pm

Tags: #in vista

Mi trovavo nel pomeriggio in chiesa, durante una funzione di cristiani ortodossi russi per la Pasqua. Bello!

I bambini, biondi e paffuti, bianchi e dalle gote rosse, come nei sogni, portavano in mano ceste di uova coperte da panni colorati, da benedire. Erano bellissimi i bambini.

E pensavo così a quelle uova, simbolo della vita nuova, di quella eterna, come quello portato in grembo dalla Theotokos, dalla Madre di Dio. Ella avrebbe portato in grembo una vita nuova.

Per noi occidentali tutto ciò sembra perso dietro la banalizzazione del sacro, dietro l'industria del cioccolato e di non saprei dire cos'altro, l'esercizio della stanchezza: distratti osservanti di un precetto pasquale, al più.

Dalle catacombe ai gulag, l'uovo si è schiuso per quella gente costretta per settant'anni all'ateismo di Stato. Per loro l'uovo - e non quello di Colombo, come per tanti di noi - da qualche tempo ha cominciato a parlare di una promessa nuova, di una vita nuova, di un'era nuova, anche nella storia, Putin permettendo, certo.

I bambini guardavano e si voltavano indietro; i genitori si genuflettevano e si segnavano al modo degli orientali, unendo le dite come un uovo e passando dalla spalla destra alla sinistra, in una gestualità antica eppure fertile ancora, evidentemente...

Avrei potuto dire con chiarezza che nell'uovo della rinascita e del Passaggio anche io ho trovato - certo - tutte le cose che andrebbero rifatte della mia vita: che si trattava di un uovo zeppo. Ma che era comunque un buon segno che ce ne fosse ancora uno.

Una volta il mio cuore era fatto di cioccolata difatti, in principio: gli eventi lo hanno fatto indurire come l'argilla, quando non si modella più.

Vi si trovavano sorprese a iosa e slanci: qualcuno temo che sia venuto a saccheggiarlo come le antiche tombe dei faraoni, come violando un ipogeo etrusco.

Era avvolto in vesti e in carte luminose, piene di fiori: oggi è coperto da un po' di fuliggine.

Ma sono certo che rinascerò - mi sono detto -: che l'uovo in fondo alla cesta è ricco di promesse.

L'ho scosso un po', per sentire, come si fa con le conchiglie: sono certo che Rinascere e Passare dall'altra parte della strada porterà tante novità.

Mi sveglierò alla mattina col sorriso e con una voglia matta di vivere e di fare; correrò da una parte all'altra senza neppure affaticarmi, sicuro che quella sia l'esistenza più bella del mondo; sentirò gli amici più cari e mi godrò - quando sarà possibile - un profondissimo silenzio.

Non ci sarà nulla di questa vita che non mi incuriosirà; nulla che potrà disturbarmi. Sarò felice di essere risorto da questa morte evidente.

Ci si ingozza di cioccolata, talora, per credere a tutto ciò, guardando intanto i bimbi russi che rumoreggiano sul fondo della chiesa.

La vita è dalla parte loro, dopotutto: rinati, con tanta voglia di provarci ancora.

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