Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

simeone.overblog.com

simeone.overblog.com


Tempeste

Pubblicato da enzo cilento su 14 Gennaio 2014, 20:58pm

Tags: #attuale

Non "è passata la tempesta"; e non "odo uccelli far festa.

Sono nell'occhio del ciclone mentre quello al sicuro in fondo alla barca sonnecchia tranquillo come se la mia vita non dipendesse anche dal suo darsi da fare.

Sì, la prendo alla larga, questa sorta di riflessione sull'VIII capitolo di Matteo, "la tempesta sedata", di cui leggevamo stasera assieme; e non ci fu né un libro galeotto né alcuna voglia di condividere in profondità, perché a questo mondo - sovente - ciascuno si vive le tempeste sue e non ha alcuna voglia di andarle a raccontare in giro: per non diventare pesante.

Come quando in fondo ad un mio ciclone, ammalato, scoprì che esserlo non era metabolizzabile per il mio compagno di merende e di bisbocce che al mio racconto si eclissò definitivamente perché la mia bufera lo rattristava e non era in grado di mettersi al remo in mezzo alle onde.

Spesso ci accade così dunque, anche se c'è che ci vorrebbe lì a dare una mano: l'ospedale mi deprime, così i funerali e il dolore. Ometto e dimentico, rimuovo; ti lascio là in mezzo ai marosi. Non avercela con me!

In fondo alla barca quello lì dorme ed io mi sento l'acqua alla gola.

C'è forse qualcuno che non ne abbia fatto esperienza? E dire che soffro anche di claustrofobia; spesso sogno di montagne d'acqua che m'invadono la casa e sotto le quali annego mentre cerco di fuggire.

Da ragazzino mi veniva da invocare mamma e Dio, Signore Gesù, nonna ed angelo custode. Da adulto, gli amici che dormono e che se stanno lì tranquilli: "dovresti uscire di più e andare in palestra, un bel film leggero, un viaggio, fa' un po' di shopping e vattene a donne per distrarti, a ballare, prendi la vita con più leggerezza.

E' che quando tornavo a casa rintronato, mi trovavo di nuovo nella barca mia in mezzo al ciclone e da ogni lato mi sommergevano onde e schizzi, anche di fango: solitudine. Soli in mezzo alla tempesta.

Nessun uccello a far festa; semmai galline starnazzanti fuori all'aperto, in mezzo all'aia a dire che il peggio è passato, che lo Stato ci aiuterà, il servizio sanitario pubblico, le esenzioni e tutti gli ammortizzatori sociali che hanno studiato per noi ammalati di disperazione e di paura.

Quello dorme ancora e, svegliato, mi dice "ma perché non hai fede?".

Perché dovrei averne? - mi dico considerando tutto l'oceano in rivolta attraversato da solo fin qui, mentre tu stavi a sonnecchiare; e il mondo intero - mentre vegliavo - si riposava o tribolava ciascuno intorno alla propria bufera.

In fondo, Gesù stesso fingeva solo di stupirsi della paura dei suoi amici in mare. Sapeva bene che nel mare di Ulivi, sarebbe capitato anche a lui di chiedersi "perché mi hai abbandonato?" e che questo sarebbe stato da allora in poi sempre perdonato: a tutti.

Come un atto di giustizia, come sulla fronte madida un fazzoletto per detergere il terrore.

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post

Archivi blog

Social networks

Post recenti