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La corsa della tignola

Pubblicato da enzo cilento su 27 Dicembre 2013, 17:53pm

Tags: #attuale

L'aria della crisi - dicono i dati forniti dalle associazioni dei consumatori in questi giorni - si è fatta sentire anche sugli acquisti del Natale: - 11% rispetto ad un anno fa.

Capisco che per tanti operatori del settore, questo non è un buon segnale: è probabile che in tanti contassero su questa "full immersion" consumistica per rimettere in pareggio i bilanci.

Salvo cogliere - mi si permetta - l'altra faccia della medaglia (e si può!): un Natale più sobrio non è il peggiore dei mali, nonostante il parere di chi stamani mi ricordava come l'Italia sia il migliore dei Paesi possibili.

Non lo è, invero: e non da oggi.

E' un Paese ingiusto, non meritocratico; corrotto. E anche qui i dati a disposizione - che ci vedono agli ultimi posti al mondo sul piano della legalità - parlano altrettanto chiaro: ma tant'è!

E che la povertà minacci territori nuovi e insospettabili è un dato anch'esso a portata di mano: mi colpiva al riguardo la popolazione dei poveri raccolta dalla Comunità di S. Egidio in S. Maria in Trastevere a Roma, il giorno di Natale; o le iniziative - tante - come quella realizzata a Rimini nei giorni scorsi, con la quale si portavano al ristorante (per qualcuno era "una prima assoluta" nella propria vita) coloro che mai avrebbero potuto permettersi questo lusso se non per beneficenza.

Alla stazione Termini, che ben conosco avendovi abitato a fianco per 13 anni; in quella Centrale di Napoli, il popolo dei clochard cresce in modo evidente: informatevi sui pasti e sui posti letto di cui necessitano i Centri Caritas oggi e su come gli italiani qui siano sempre più frequenti ed abituali ospiti .

Quel lusso e quello spreco (e ce n'è ancora troppo) - lungi dal voler essere il Solone di turno - stride: e non per moralismo.

Mentre le patologie dei ricchi sono sempre più legate alla sovralimentazione, le pance vuote si moltiplicano e con esse le baracche in cui vivono (anche questi dati recenti sono spaventosi).

Noi pensavamo che questo riguardasse solo il Bangla Desh e lo Sri Lanka; i paesi subsahariani e il Madagascar; l'America latina delle favelas e dei barri ispanici. Non è così ricrediamoci.

Quella passeggiata nella parte selvaggia delle città di cui già si parlava tempo fa in occasione della morte di Lou Reed (Walk in a wild side), andrebbe fatta. Lungo l'Aniene, nei pressi di Roma, dormono i rumeni e i bulgari; nella pineta di Castel Porziano altri disperati; alle porte di Roma, nei pressi di Monteporzio, se passi in treno, ne vedi altre; in tutto l'aversano e non solo a Villa Literno, delle casupole (ruderi) in campagna accolgono altri poveracci venuti da lontano...

Non riesco a commuovermi per il fatto che gli sprechi di Natale vadano ridimensionandosi: ne sono felice!

Forse, la conversione della spesa e degli stili di vita può costituire un primo passo verso una conversione anche culturale: c'è da augurarselo.

Il suo opposto è un insulto: è la festa sul Titanic; è la Belle Époque che festeggia e beve come nel Grande Gatsby, mentre il mondo si spacca la schiena per sopravvivere.

Quando penso alla nostra matrice cristiana (quella italica) - che è poi comune a tutta la vecchia Europa e non solo a quella - non posso fare a meno di rifletterci.

Cosa c'è ancora di cristiano, in giro?

E cosa c'era di natalizio in questo laido spreco di cibo e di denaro per la corsa ai regali? Regalatevi un mondo migliore e più solidale semmai; una serenità che nessuna bulimia può darvi. Riconvertiamo le nostre energie su ciò che la tignola e la ruggine non può portare via.

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