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Vacanze brevi. Niente di niente per un paio di giorni.
Così spegniamo la luce su questo blog per qualche giorno. Me ne vado un po' lontano da casa; un po' lontano dal pc e dalle mie scritture.
Perché nemmeno di tutto ciò voglio diventare schiavo. Libero - se ci riuscissi - anche in questo, dopo che l'unica dipendenza che mi va di riconoscere è quella che mi fa liberamente aderire anche a me stesso ed alla mia vocazione: quella di non subire idoli stranieri e dei estranei.
Me ne vado lontano dagli appuntamenti quotidiani di scrittura e di dialogo con l'orizzonte virtuale.
Dove c'è aria fresca e fiducia che l'opera continua anche in nostra assenza. Che le mani mie sono strumenti nel buio e che una mano vale l'altra se non si vede più alcuna luce.
Non mancheranno, per due giorni, questi fili tesi per appenderci pensieri ad asciugare come pezze al sole senza intirizzirsi.
Non mancano, perché il silenzio parla e fa tornare sulle cose dette e scritte nei giorni passati.
Come ogni uomo e storia passati nella nostra vita, non tacciono mai del tutto, anche in loro assenza.
E più stan zitti e più verrebbe voglia di ascoltarli ancora, nostalgia di parole da capire ed altre da pronunciare.
Pregando che ce ne sia sempre data un'altra occasione.
Volesse il Cielo fosse sempre così!
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