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Contro il genio della lampada

Pubblicato da enzo cilento su 3 Maggio 2013, 04:38am

In verità piacerebbe a tutti avere un Dio a disposizione, a cui chiedere e da cui ottenere come dal Genio della Lampada. Tu lo chiami, strofini sul becco della lampada stessa e quello si materializza come una specie di Mastro Lindo, pacioso e rassicurante e ti fa brillare il mondo che d'incanto infatti diventa esattamente quel che tu desideri.

Gli chiederemmo vasche con idromassaggi, piscine e giardini pieni di angoli esotici, viaggi dall'altra parte del mondo, in un'altra galassia, tanto denaro, una vita tranquilla e - come facciamo con gli oroscopi del mattino - una risposta sul domani e sul sempre, magari con una piccola incursione nell'Aldilà e sulla sorte di chi ci è caro.

Beh, le cose non stanno così. Anche il "Se mi chiederete qualcosa nel mio nome, io la farò" del Vangelo di Giovanni, quanto segue alla richiesta di Filippo "Signore, mostraci il Padre e ci basta", sembra proprio che non debba rispondere a questa logica.

Dopotutto la nostra fame sarebbe insaziabile e - per quanto ne sappia - ad un tratto anche Aladino si stancò di chiedere e il Genio di rispondere: i desideri non finiscono mai.

Perché non consiste in ciò evidentemente la pienezza del nostro cuore.

Grazie al Cielo, non è quanto realizziamo e possediamo che ci rende sereni, ma solo sentire di avere un senso, un significato ed una direzione che non si esaurisce su se stessi: non siamo dei gorghi che inghiottono tutto e neppure dei pozzi infiniti di bisogni cui soddisfare. Siamo invece una richiesta di immortalità.

E' molto semplice - in teoria - quello che chiediamo: di smettere di aver fame. A cui ci vien risposto che di un solo pane abbiamo bisogno; che solo quello ci sfama e che in definitiva da quella fame dipendiamo: sì, da quella sì.

Dopodiché, soddisfatta quella, ogni altra fame finisce col perdere senso e diventa solo una tentazione: un languore, voglia di qualcosa di buono, golosità, come diceva uno spot celeberrimo tempo fa, mancando la soddisfazione del quale (e questo lo spot ovviamente non poteva dirlo) possiamo continuare a vivere benissimo.

Io non so se Filippo, nel chiedere "Mostraci il Padre" ne avesse o meno coscienza: quella non era fame. Era solo un languore, un qualcosa di buono e un dessert. In fondo aveva già mangiato abbastanza. Di quella presenza che gli aveva cambiato la vita e che lo aveva condotto in giro per il mondo, come poi avrebbe continuato a fare, fino alla fine dei suoi giorni, da Bethsaida fino a dove gli sarebbe stato chiesto: per saziare altri e se stesso, dimenticandosi persino il languorino che pure è umanissimo, ma senza il quale si può vivere tranquillamente.

A meno che non si abbia una lampada speciale. Ma quella del resto è solo una Fiaba da Mille e una Notte.

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