La conta dei numeri

Pubblicato da Enzo Maria Cilento su 16 Novembre 2015, 09:26am

Questa universale solidarietà con Parigi, che è poi solidarietà con chi vuol vivere una vita normale, con il rispetto di tutte quelle libertà che ad ogni modo il mondo occidentale si è conquistato, non può che rassicurarci e farci piacere. Non mi piace in realtà – perché anche questo viaggia sul web – chi fa il confronto dei morti; chi sostiene che per altre situazioni analoghe non è avvenuta la medesima mobilitazione, anzi non avviene punto: non per il Libano, per i territori occupati; per l’Africa e l’Oriente, Medio o Estremo che sia; per le Americhe più povere, periferie del mondo. Se così fosse – ma trovo ad ogni modo osceno contrapporre morti a morti, fare il confronto delle cifre – non ne deriverebbe che una conseguenza: la mobilitazione, la protesta va espressa sempre.

Che le magliette di calcio, i maxi-schermi, le bandiere, gli ipermercati, i concerti, i luoghi pubblici non smettano mai di ricordare che in qualche parte del mondo sta prevalendo l’odio, la violenza cieca, il terrore.

Il problema è che finiremmo probabilmente con l’abituarci anche alla protesta ed ad immunizzarci anche da questa, come accade.

Eppure non si dimentica, non si deve dimenticare: è questo il vero dovere di sempre, ad ogni latitudine. Ed è quello che non avviene, direi, visto il reiterarsi degli avvenimenti, nel tempo. E anche nello spazio angusto, dei nostri cuori.

La zucca

Mon Ami

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