Lo sguardo sulle stesse cose

Pubblicato da Enzo Cilento su 1 Agosto 2015, 08:26am

Quando ieri mattina mi sono levato e sono uscito, camminando, ho guardato il profilo dei monti e delle colline al confine con l’Umbria: li avevo davanti a me e spesso levo lo sguardo, ancora.

Non ho potuto fare a meno di provare come un senso di compiutezza per un momento, come un cerchio che un po’ tende a chiudersi, dico.

Vedevo ciò che avevo desiderato fin dall’alba di quest’altra mia vita, forse; e sono certo che questo sia il cammino, sì.

Il tramite per me, del resto, l’alba, è stata la storia di Francesco, così che qui mi trovo sorpreso a guardare il profilo dei monti che deve aver guardato anche lui – mi son detto in modo un po’ infantile - con i suoi occhi, finché gli fu possibile guardare. I suoi occhi prima di essere cauterizzati, certo; e che dovevano essere ben più ingenui dei miei – credo - e vedere molto più lontano, anche quando non vedevano più, come raccontava Montale degli occhi della donna sua.

Vedevo brillii da lontano in cima, le ultime luci della notte, come un tremolare di lanterne baluginanti; come un sussultare di vita dimessa e silenziosa, lontano.

Pensare che il nostro sguardo si possa posare sulle medesime cose pur se a distanza di tempo, con altro cuore, certo ... Anche se sto imparando anch’io, per lui, a ringraziare quello che ho e vedo e quello che ho intorno. Questa era anche la terra di mio nonno, come lo fu l’America e New York per quelli di parte paterna.

La prima volta che vi giunsi sulla baia dell’Hudson, pensai a quel che dovevano aver provato, guardandola, allora, i miei, nel 1900.

E così ieri mattina – e poi iersera, guardando un po’ il cielo – mi immaginai che lo stesso dovevano aver veduto quegli occhi, del santo. E che ciò mi rende felice e come lusingato, vorrei dire, contento.

Vorrei dire di più anzi, ma non farei che ripetere le stesse cose, a lungo, mentre l’emozione è un’altra cosa, è come un fatto sognato e di cui ormai si disperava.

Condivido queste quattro idee, del resto, con un po’ di pudore, sperando che qualcuno ne voglia usare una volta come uno spunto di riflessione: nient’altro. Senza pretese. Solo un baluginio, appunto.

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