Ho deciso e prometto (di buone intenzioni è lastricato il fondo dell’inferno): quando prevarrà in me risentimento e spirito polemico, non si scrive e soprattutto non si pubblica!
Take a breath! Fai un bel respiro! Lasciamo sbollire la rabbia (magari ci vorrà qualche giorno) e puliamo pure il fondo del bicchiere. Nel frattempo parliamo d’altro. Oppure un dolcissimo silenzio.
Promesso!
Cosa ne verrà fuori?
Credo d’ora in poi un diario meno livido e più lucido. Tanto, la rabbia non serve a nessuno se non è accompagnata dalla volontà fattiva ed operativa di cambiare qualcosa. Detto ciò, va raccontato semmai e condiviso il bello, il vero e ciò da cui si può ripartire per ricostruire.
Talvolta anche la malinconia, che non sarà sempre produttiva eppure è lucida a suo modo, un segnale mica da poco, perché indica ciò che ci manca e ciò che è davvero importante per noi. Senza prendersela troppo se i profeti in casa non li riconosciamo e se non siamo riconosciuti come tali eventualmente.
Penso a quel povero Cristo di cui dicevano “sappiamo chi è e da dove viene”.
Eh, ma lui mica per questo si fermò a strillare e a puntare i piedi “perché non mi volete?”. Prese un’altra via.
Come mi dico sempre in giornate così, non perdiamo di vista l’obiettivo; mentre non di rado un profeta, che parla come con parole di Dio, un uomo per certi versi illuminato, ci viene a suggerire una via, una strategia: non bisogna avere troppi pregiudizi e insomma tenere le orecchie ben aperte. Senza dimenticare da dove veniamo e di chi siamo. Questo mai.