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Metafora

Pubblicato da Enzo Cilento su 25 Luglio 2015, 10:28am

Tags: #in vista

Metafora

E’ come un campionato, dai. E come una corsa a tappe. Con qualche rovescio e qualche giornata di gloria. Ora so. E mi piace condividerlo con la gente come me, che di questa cultura sportiva (?), della cultura (anche) della sconfitta si è fatta una ragione. Ce lo dicevamo qualche momento fa sudando in una palestra.

Che poi è davvero singolare ricordarselo tra un esercizio e l’altro, anche sorridendone, mentre si chiude un armadietto, riprese le proprie cose, o invece dopo avervele riposte: che funziona così. E che infine bisogna decidere se puntare sul campionato o invece sulla Coppa nazionale, su quella continentale; che poi è per quello che si gioca, mettendo in conto che non tutto vada come avremmo sperato. Va così e meno male che vada così, senza deliri di onnipotenza. Una volta una vittoria; e quell’altra un’amara sorpresa, insomma.

Che ieri sera vedevo andare in fumo, mentre le barche si portavano in processione per mare, l’effigie di una Madonna, migliaia di euro, tanto per cambiare: fuochi d’artificio, mentre sarebbe una bella vittoria quella di mostrare una volta al mondo intero che c’è un altro modo, quanto meno complementare, di esprimere lo spirito di ciò che ci dovrebbe spingere e mettere all’opera. E va bene: anche così.

E scusate l’insistenza, se non mi rassegno a queste mie tirate e se insomma nella mia partita è prevista pure questa schermaglia in mezzo al campo. Ho scelto l’obiettivo su cui puntare in questa stagione. Vittorie e sconfitte, certo, ma insomma è questa la partita. E dentro ci sta un mondo che mi piacerebbe un po’ svegliare e cambiare, aprire, suonare la grancassa e passare come fa la banda che si fa larga in musica in mezzo alle ali di folla, a quelle tristi e quelle che non hanno nulla; a quelle che lanciano un cappello in segno di esultanza e di speranza.

Che difendersi non serve a nulla; serve invece farsi trasformare dalle cose, dai visi, dalle partite altrui, dalle giocate. Il resto è solo noia e una replica stanca, come la Rai d’estate, malinconia e attese deluse, col canone che, ciò nonostante, si continua a pagare.

Gioco la mia partita e non batto l’aria; non pugni dati al vuoto, noi che fino alla fine ce la vogliamo giocare.

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