Ho sognato che mi chiedevano di tornare (chi?); che mi stavano aspettando.
Mi sono ricordato di un 45 giri che ho comprato da collezionista, celeste - azzurro col biondo della Caselli, degli anni 60. Da una parte “Sono Bugiarda”, I’m a believer; e dall’altro “Incubo n°4”.
Penso a quest’ultimo: “Ho sognato che ero un indiano e dovevo sparare …”.
E’ una vita che ci vien chiesto di sparare, “spara, spara amore, dritto qui”, ma non siamo fatti per questo: io no.
Me ne vado di motivo in motivo per dire che talvolta i sogni sono ingannevoli e che tradiscono i nostri desideri.
In fondo non mi è mai successo che qualcuno mi chiamasse per dirmi di tornare, neppure mia mamma nei momenti di debolezza. Devo aver fatto un po’ di terra bruciata attorno a me!
E non tornano neppure le emozioni già vissute: riprovare a metterle in vita è una battaglia persa in partenza. Chiedo come abbinare tutto questo alla speranza (cristiana) che mi dovrebbe sostenere. Dovrei riprendere a sognare, magari solo cose che non dipendono da altrui ravvedimenti. Bastano i miei!
Non ho più frequenti sensi di colpa: guardo solo alla mia frequente dabbenaggine. Ma Dio sa far la tara anche di quella. E’ in questo che confido.