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Come eravamo: è la musica che cambia la vita

Pubblicato da Enzo Cilento su 21 Luglio 2015, 10:41am

Tags: #in vista

Come eravamo: è la musica che cambia la vita

Mi guardavo un filmato qualche giorno fa, con tante piume e capelli lunghi, trucchi improbabili, un mondo fa: era la necessità di affermare quel che eravamo. Volevamo essere altro, noi. E’ quel che forse voglion tutti, no?

Così d’improvviso ho compreso una volta di più la dolcezza e l’ingenuità di quelle nostre istanze e delle nostre prese di posizione, chiassose, vistose, che non hanno capito.

Eravamo un gruppo di amici e di adolescenti che organizzavano chiassate di questo genere, sì; e poi feste in casa e qualche bevuta; e poi ci siamo voluti bene, pur facendoci a volte del male, tanto. Eravamo i nostri stereo con un po’ di vinile e i balli sgangherati; eravamo panini e Fanta, Coca Cola e pizzette e compleanni; eravamo belli e ragazzi; eravamo amici per la pelle.

Ieri mattina invece – in questo spazio che sta diventando sempre più spesso il luogo dei nostri necrologi e me ne scuso – mi riferiscono che uno di noi, insomma, se n’è andato a festeggiare in un’altra dimensione, su di un altro pianeta: a riposare – dicono - (ed ogni parola suona falsa per noi che ballavamo e ridevamo come matti, mai esausti).

E’ stato un colpo al cuore ed è stata una tristezza con poche lacrime, asciutta. Credo – fortissimamente credo – di avere un angelo, un protettore in più da qualche parte – mi piace pensarlo - ed ho cercato di pensare a quanto potevo aver vissuto in questi giorni in cui te n’eri andata; se mai ti avessi pensata. Ebbene sì, di sfuggita.

Non sarebbe la prima volta che di qualcuno mi è sembrato di sentir la compagnia, la nostalgia, lo sguardo, proprio nel momento del distacco, pur essendone al momento all’oscuro.

Sono certo che metti dischi da qualche parte amica mio – come allora - e stai ballando, non so se da sola; che mi stai guardando come ci siamo guardati da ragazzini, con uno sguardo complice e insieme protettivo. Ti voglio bene; alza il volume delle casse che ti voglio ancora sentire.

Da qualche parte, in qualche modo sei qua e sei la solita amica mia, fidata, vestita come allora, cenci e paillettes, innamorata di quel che eravamo e che volevamo essere nella vita; ho un angelo in più, io che ne ho già tanti di amici veri da qualche parte, lassù che farei fatica a farne la ricognizione. Non posso dire che mi mancherai visto che è tanto che non ci si incontrava. In fondo sei più vicina ora, ci sei, sei qui mentre pigio sui tasti e dico: la musica, Anna, è la musica in ogni cosa, che cambia la vita.

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