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Fuori dalle tane

Pubblicato da enzo cilento su 1 Ottobre 2014, 10:19am

Tags: #la storia

Mi colpisce molto la storia di quel mio amico il quale, ad un tratto, folgorato non so bene da quale illuminazione, ha deciso di mollare praticamente ogni cosa e di provare a vivere integralmente una qualche forma di sobrietà, di disponibilità, insomma quel che si dice "il Vangelo".

Era "un miscredente", sai, fino all'altro ieri? Poi non ha mai saputo spiegarmi bene, mai fin in fondo, quel che gli è accaduto.

So che da allora ha iniziato un "Giro d'Italia" convinto che ci fosse un posto incantato dove questo "sogno" fosse più semplice, quasi immediato, consequenziale.

In realtà non credo l'abbia trovato; non proprio.

Mi diceva tempo fa di essere stato per questo in un monastero antichissimo, qualche tempo, ma di non aver trovato: allevare i polli e parlottare, senza unità, non gli era piaciuto. Ne era ripartito.

Che era stato presso dei religiosi editori, semi-imprenditori. Che aveva provato anche altro; che gli mancava l'eremo e la Cappadocia, dico; il monte Carmelo, e che infine avrebbe potuto dire di aver provato quasi tutto.

Credo che col tempo si sia chiarito; che abbia capito che non è "il luogo in cui non sono mai stato" a fare la svolta; ma che lo è invece il non accomodarsi da nessuna parte, pur condividendo con tutti almeno un po' di pagnotta: le stesse aspettative, un'altra vita, un altro uomo, insomma quel che ci viene raccontato, tra gli altri, da evangelisti certo, e compagnia...

Mi diceva questo, dopo avermi mostrato la prima frase del Vangelo su cui aveva meditato - ne era convinto e lo ricordava con precisione: che "gli uccelli hanno il loro nido, e le volpi le loro tane; mentre il Figlio dell'Uomo non ha dove posare il capo".

Sembrava la sua storia - mi diceva - e questo lo faceva sentire persino onorato di quanto gli era venuto capitando.

L'ho rassicurato: ché anche noi viviamo lo stesso vagabondare, il nostro non trovare riposo, noi che neppure lo cerchiamo del resto. Che andiamo brancolando nel buio, spesso; che non abbiamo un posto fisso dove dormire; nulla su cui riposare come se fosse per sempre ed assodato; che ogni uomo vero è come quel Figlio dell'uomo che ha capito che il suo destino non è un nido e neppure una tana per le volpi. Che il suo destino è il non fermarsi mai, per andare sempre incontro.

E che questo solo gli dà tanto!

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