Me ne andavo davvero bel bello questa mattina - altro che don Abbondio! - per la campagna del Cilento, correndo; quando ad un tratto un cagnolino pezzato bianco e nero con una macchia color nocciola sul muso mi si affianca piagnucoloso e mi comincia a saltellare sulle gambe, a leccarmi come se mi avesse conosciuto da sempre.
Ho cercato di non dargli troppo retta, convinto che si sarebbe stancato, convinto che prima o poi lo avrebbe fatto, mentre mi guardavo divertito tutta la scena, come dall'esterno, sorpreso; perché sorprende tanto affetto che non ti aspetti in una bestiola, noi che un po' bestie davvero lo siam diventate.
Non c'è stato verso: si è fatto i cinque chilometri che mi separavano da casa, zompettando al fianco, interrogativo; fermandosi e annusandomi mentre mi fermavo a fare due flessioni sulle braccia e un po' di contrazioni sui muscoli addominali; fermandosi con me all'edicola per il giornale, arrivando fin davanti al cancello di casa, quella dei miei.
Ho chiuso il cancello tra e lui e me; e lì è cominciato un pianto irrefrenabile, un guaire da cucciolo abbandonato. Non sono riuscito a convincere i miei, io che non ho al momento una casa tutta mia, e qualcuno - infastidito da tanto frignare - ha pensato bene di scacciarlo spaventandolo , mentre mi sentivo intanto - dentro - un cuore di cane, traditore e rabbioso, il mio, che non aveva avuto pietà.
Mi vien da pensare: a tutte le volte che abbiamo zompettato fiduciosi sulle gambe di qualcuno, credendo di aver trovato casa; e a tutte le volte che siamo stati scacciati, poi, traditi e infine abbandonati; cuori di cane anche noi.
E mi son detto che una casa - mio Dio - è un diritto, anche per un meticcio come noi, senza pedigree e senza santi in paradiso; che uno che ti accoglie è quello che ti attendi, una volta che t'hanno messo al mondo, senza averlo deciso.
Che un po' mi son vergognato di essere uomo e non cane, di fronte a tutto questo, mentre qualcuno intanto mi raccontava del cagnolino tornato indietro, stamani, fino all'edicola dove era già stato, in compagnia; che lì si era accoccolato, aveva frignato ancora un po' e poi se n'era andato; chissà dove, mondo cane, mondo di uomini senza cuore.