Dalila e Sansone. Molti cercano di carpirci il segreto di ciò che siamo. E molti finiscono con l'essere disinnescati, resi inermi per questo
In verità la nostra forza risiederebbe altrove: nella consapevolezza, nella conoscenza di quanto realmente ci sta a cuore "dov'è il tuo tesoro, lì è anche il tuo cuore".
Già: sarà questa l'origine della nostra energia?
Ma quanta gente oggi sa o s'interroga su dove sia il proprio cuore?
Tu sai dov'è il tuo cuore, ciò che ti tiene in vita?
Io stesso lo ignoro; e sento che è così ondivago (quello che nella Bibbia è detto "il cuore diviso"). E' diviso - intendo - tra la nobiltà e la miseria.
Il mio cuore è quello dei grandi ideali ed insieme è quello dei poveri calcoli da ragioniere, da piccolo risparmiatore. Risparmiare persino nello sbilanciarsi, nel voler bene, negli affetti.
Ci hanno insegnato a contenerci per non essere ridicoli; per non essere vulnerabili, chiaramente vulnerabili.
Il segreto dei capelli di Sansone - quello fattogli rivelare in preda alla lusinghe della seduzione e dell'attrazione di Dalila - deve restare nostro.
Ci hanno insegnato a guardarci dai malintenzionati: il mondo ne sarebbe pieno. Pieno di adulatori e simulatori. E' quanto trasmettiamo anche ai nostri figli, ce ne convinciamo l'un l'altro: questa vita è una giungla.
Eppure, strano a dirsi, nel contempo, pur diffidando degli altri disprezzandoli e considerandoli dei potenziali truffatori; finiamo con l'inseguire presso di loro quello che diremmo successo, autoaffermazione consenso.
E' là il nostro cuore? S'è perso?
Tanto che il mio cuore insegue l'applauso.
Ed è questo infine o del grande romantico o del grande seduttore, anche lui a suo modo un imbroglione, uno che punta ad irretire, a vendere altro che il suo cuore.
Non vende il suo cuore e non svela il suo segreto, ma rimane solo con il suo sospetto e la maschera ai cetrioli, sul viso, alla sera, nel terrore che domani non gli riesca un altra conquista.