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L'annuncio del Totem infelice

Pubblicato da enzo cilento su 4 Gennaio 2014, 11:03am

Tags: #in vista

Gesù mio, che storia!

Andrea chiama Simone e gli dice "Ho trovato il Messia. Ho trovato il Maestro". Che è poi prendersi una di quelle responsabilità che fan tremare le vene ai polsi. "Vieni e vedi"; e vai.

Tutti noi siamo stati chiamati da qualcuno: "ho trovato l'elisir della felicità Vieni e vedi". E abbiamo creduto e seguito, talora, quello che si dice il "passaparola" funziona, come per un libro, una lezione di ginnastica, un film da vedere; le cose procedono e sono credibili grazie al veicolo dell'amicizia di cui ci potevamo fidare (?) e alla curiosità che spesso non sappiamo tenere a bada - ma sì - temerari come siamo.

Ci ha attratto una fumatina di nascosto; il primo goccio di cognac e di Grand Marnier, da ginnasiali; le riviste più o meno hot, il film vietato ai minori anni 14 e 18 e poi altro ancora: "se fai questo sarai felice. Ho trovato la soluzione: eureka!".

Quelli della mia generazione e quelli un po' più vecchi di me - giovani però fino all'incoscienza dopotutto- hanno così seguito idoli musicali e rivoluzioni, anche violente e armate, magari, estreme; qualcuno, una esperienza di droga. Qualcuno aveva detto loro che era la via per arrivare dove si doveva arrivare - come avrebbero detto Totò e Peppino.

Non ci scandalizziamo: perché un Andrea che ci abbia detto "ti presento il guru che ti risolve la vita", la dimensione giusta, lo abbiamo incontrato tutti.

E' strano invece che solo di rado abbiamo trovato dei cristiani che ci abbiano detto - convincenti e fieri, contenti - "vieni a vedere".

Quando tornerò su questa terra troverò ancora la fede? La domanda era pertinente.

Perché in fin dei conti, Gesù Cristo non dovrebbe essere la più entusiasmante delle avventure? Non dovrebbe essere un uomo fuori dal coro del liberismo e del consumismo; fuori dal pregiudizio e dal giudizio inappellabile visto che sarete giudicate con la misura con cui giudicherete?

E allora perché nella trasmissione, nell'annuncio, questo non accade quasi mai?

Perché Andrea dunque convince Simone; e gli Andrea poi sono così rari, tanto da lasciar andare per la propria strada qualsiasi Simone?

Me lo chiedo frequentemente e più che mai di recente: Ma cosa annuncio quando parlo di Cristo? Ho incontrato qualcuno con cui sia bello vivere o no? Temo le risposte in merito: parlano spesso i risultati. Voglio dire che la nostra vita parla per noi e Nietzsche non aveva torto: abbiamo incontrato qualcosa che ci rende tristi evidentemente, visto che teniamo alla larga chiunque non voglia esserlo.

Ma sì: è tutto qui. E mentre gli amici ci perdonano anche errori e distrazioni, ci amano per quel che siamo; quel Cristo costruito da noi non ci perdona nulla; condanna e minaccia; non è propriamente un grande amico - mi vien voglia di dire. Ed io, una frequentazione di questo tipo non la voglio in alcun modo.

Le persone che ci voglion bene, ci voglion bene anche se ci lasciamo andare e se commettiamo qualche leggerezza. Sanno perdonare la nostra fallibilità e la nostra imperfezione, mentre noi dobbiamo costruirci il solito totem che chiede prove del fuoco ed ordalie.

Da quel Gesù lì non voglio andare; molti ne fuggono e non ci verrà mai più nessuno. Verranno invece fiduciosi quelli che avranno saputo scorgervi uno che ti aiuta semmai a vivere senza svenderti e che non giudica come Minerva con la bilancia in mano.

Me lo chiedevo questa mattina. Ma che Dio mi sono scelto e costruito? E dove voglio portare semmai quelli che considero amici miei? Ad un vendicatore che minaccia la nostra felicità o ad uno che aiuta a compierla e a individuarla?

E' di questo Messia che abbiamo bisogno. Dell'altro, dobbiamo liberarci se non vogliamo crepare nella malinconia. Voglio essere felice della mia avventura di cristiano: voglio essere lieto di creare con questo amico, qualcosa di nuovo e di coinvolgente; un romanzo, una piece teatrale che vale la pena interpretare fino in fondo.

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