Overblog
Edit post Segui questo blog Administration + Create my blog

simeone.overblog.com

simeone.overblog.com


Il figlio che non deve morire

Pubblicato da enzo cilento su 16 Luglio 2013, 08:02am

Tags: #la storia

La donna vide che era bello e lo tenne nascosto per tre mesi. Ma non potendo tenerlo nascosto più oltre, prese per lui un cestello di papiro, lo spalmò di bitume e di pece, vi adagiò il bambino e lo depose fra i giunchi sulla riva del Nilo.

E' questo - nel libro dell'Esodo - il principio della storia di Mosè, che guidò il suo popolo fino ai confini della Terra di Canaan.

Ed è questa la storia che, sulla scorta di quanto si è già letto nei giorni scorsi nella liturgia della Parola, continua a narrare come esista un tempo in cui le cose non si possono più tener nascoste: come Mosè, tratto dalle acque, come la parola ascoltata all'orecchio, come la lampada sul lucerniere, ieri; come i prodigi compiuti da Gesù e che non furono sufficienti a convertire neppure Corazin e Betsaida.

Succede!

Ma quel bambino è così bello che la donna se ne innamora. Lo può lasciar morire come tutti gli altri bambini degli Ebrei che il Faraone ha dato ordine siano uccisi? Si può pretendere che nessuno tra gli Ebrei continui ad essere fecondo e ad avere una sua discendenza, popolo di sognatori; a metter su famiglia, quindi; a guidare un popolo amato da Dio verso la sua realizzazione e verso la promessa che sta alla base della propria storia, cioè al motivo per cui è stato creato?

Dio ha amato quella gente, dopotutto, proprio per la sua fantasia, per la sua irrinunciabile voglia di portare avanti un sogno di salvezza lungo millenni. Lui, Jahvè dal nome impronunciabile, ci aveva visto lungo!

I Faraoni sono fatti per mettere il bavaglio al canto ed alle cetre del cuore; sono la ragione e la ragion di Stato soprattutto che tutto vorrebbe avere sotto controllo e decidere chi ha diritto a vivere. Ma la bellezza di quel bimbo sta tutta nel fatto che essa è capace di vincere qualsiasi calcolo demografico e qualsiasi ragionevolezza.

Quel bambino deve crescere. Lo affiderò al buon Dio e persino alla misericordia del nemico; lo affiderò alle onde - si dice lei - alla sensibilità al bello che forse alberga anche tra le figlie del Faraone, al figlio di Ermengarda e del re Carlo, al figlio dei Longobardi e di ogni barbaro di questo mondo.

Come la lampada sul lucerniere e come i prodigi fatti a Corazin e a Betsaida: qualcuno, vedendoli, ne sarà conquistato, da qualche parte, lungo la terra di Canaan o quella di Tiro, lungo il corso del Giordano o del Nilo; lungo le sponde del grande fiume dell'esistenza, oltre i confini di qualsiasi Sacro Romano Impero, sulle coste della Moldava o del fiume Reno.

Mettiamo i nostri figli come il naufrago il suo messaggio nella bottiglia per affidarlo all'Oceano, confidando che il messaggio arriverà: magari tra Quattrocento anni. Che lo leggeranno e che ci salveranno dall'oblio, noi e il popolo che Egli ama, rileggendo quantomeno il messaggio chiuso nel vetro, come nella cesta il vagito del bimbo così bello che non poté essere sacrificato dalla donna degli Ebrei e neppure dalla figlia del Signor Faraone.

E tu, bambino, sarai profeta dell'Altissimo, perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade - come dice Zaccaria nel suo cantico.

Lo metti là, in quella cesta intessuta di papiri, tra bitume e pece, convinto che nessuno potrà resistere alla sua bellezza.

Al fianco di un Erode che uccide, di un Faraone che perseguita, c'è sempre una gente raccolta di notte, guidata da una Buona Stella che ne raccoglie i vagiti e vede venire di lontano Magi meravigliosamente vestiti per rendergli onore, con oro incenso e mirra, perché quel bimbo proprio non deve morire.

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti:
Commenta il post

Archivi blog

Social networks

Post recenti