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Nomadi

Pubblicato da Enzo Cilento su 18 Luglio 2015, 09:42am

Tags: #Vita consacrata

Nomadi

Nomadi: in cerca di ospitalità. Ma non è solo una bella canzone. Tempo di percorrenza: quattrocento trent’anni. Un popolo in movimento, più di quello di tutte le estati, dal boom economico in poi. Obiettivo: la terra che era stata promessa, con un andamento incostante e per certi versi irrazionale, pieno di pause, incidenti di percorso e ripensamenti: molto più che il Tour de France: forature. E con la certezza sommessa che ci sarà uno sguardo dall’alto, insonne, che vigilerà sul nostro cammino.

Ognuno di noi conosce da quanto tempo si sta protraendo la nostra sorte di “nomadi”; a ognuno un esodo dalla propria schiavitù. Chissà quanto ci impiegherà l’umanità; da quali schiavitù si sta liberando, da quali tiranni, ideologie schematismi, assenze di libertà.

Nessuno conosce il tempo che gli sarà necessario e nessuno può dirsi certo di arrivare. E’ quello che penso anche oggi che mi han dato ancora una volta del nomade (e per me si tratta di un complimento). E in fondo anche di una patente.

E voi cosa ci fate fermi qui?

Che forse persino la vostra quiete è solo apparente e nessuno, per quanto non lo desideri, sta muovendosi da e verso qualche luogo, verso un’altra dimensione del sé e delle proprie relazioni con se stesso e con gli altri, con i luoghi che ha attraversato.

Quanti luoghi hai attraversato, dunque, viaggiatore? Cosa ne ricordi? E come quei luoghi portano i segni del tuo passaggio?

Perché lasciamo segni e tracce inevitabilmente e ogni cammino traccia un solco, in fondo un’armonia come su di disco di vinile. Per quanto spesso tu abbia l’impressione che il solco si sia graffiato e che la puntina continui a girare sulla stessa traccia; che la musica sia sempre la stessa.

Quaranta o quattrocento trent’anni per approdare ad un suono compiuto.

O forse persino il frammento e la stessa nota, incantata, reiterata, porta già in sé il suono più o meno compiuto; ed è già una fatica: suonarla e infine riascoltarla, sempre uguale, per un tempo vicino all’Infinito.

Non è tutto un’esperienza già vissuta questa tua traversata? E da cosa esci, per fuggire; da dove parti per ritrovarti eventualmente altrove?

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