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Preghiera per chiedere il silenzio

Pubblicato da enzo cilento su 26 Febbraio 2015, 11:58am

Tags: #preghiere

Fa’ tacere Signore i vecchi tromboni, quelli che “Dio è una favola per bambini” e i bambini, i più piccoli, i fragili, i bisognosi, li scandalizzano e li lasciano nella disperazione.

Quelli che “per tutto abbiamo una risposta”: beati loro!; che “aver dubbi anche di fronte allo sconforto non è ragionevole, non è accettabile è scandaloso, peccaminoso: anche di fronte al più grande dei dolori” di vite che si perde il bandolo della matassa e sono disprezzate, una lotta continua da sempre per dirci “sono questo” e lottare farsi accettare e far sì che si piaccia: che poi non serve a molto perché la morte te la porti dentro lo stesso.

Per non dire di quelli che atteggiano la faccia “ti sono vicino”.

Che lo so che non si dovrebbe mai pregare per ottenere che altri zittiscano e non interferiscano; che si dovrebbe accettare e sopportare che i saggi ed i sapienti ci facciano lezione, ma ti prego: Signore, con moderazione!

Che i biologi e i professori, i Dawkins di turno non ci dicano beffardi che quel Dio ce lo siamo dovuto inventare, poveri fragili illusi testardi;

e che senza, siamo destinati a morire: di dannazione soprattutto.

E che nessuno dica che siamo affranti e siamo disperati se non ci permettete di pensare ad un Dio di giustizia – che ci sia da qualche parte - uno che magari sa morire, anche per noi, per gli ultimi arrivati, derelitti e infangati, feriti e oltraggiati, violati.

Che la smettano di farci del male.

Che non siamo generati solo per soffrire e solo per cambiare, liberati dal male, peccato originale: ma anche per gioire, o solo per vivere, se possibile, senza pensare che ci vogliono ingannare, tutti, e che non c’è scampo: che i furbi vanno avanti e così quelli che hanno il genio dell’affarista e le mani come Mida: che a noi non importa niente.

Fa’ tacere mio Dio, la preghiera di chi non ha pietà: per noi e neppure per se stesso.

Dimostragli che ne hai di noi, Tu che li riduci al silenzio: i soloni, i professoroni, i maghi della vita, quelli che hanno in tasca il prontuario del come si vive da cristiani, da esseri umani, da smaliziati interpreti del nuovo vivere civile, da perfetti parrocchiani, in salute e senza colesterolo, coi trigliceridi in perfetta sintonia e la salute così tanta da poterne vivere di rendita per gli anni a venire.

Che sia Quaresima talvolta anche per loro: con l’impegno di un po’ di silenzio, magari: di un po’ di decoro, di qualche giorno senza fiatare, senza farci del male, a noi che facciamo fatica, che vogliamo credere ad ogni modo e che siamo irrimediabilmente combattuti tra la fede e la ragione, tra la speranza e il dolore, tra la malattia e la guarigione.

Signore, falli tacere e dacci modo di riflettere, di pensare, di leccarci le ferite senza che qualcun altro voglia interferire.

Abbi pietà di questo mondo affaticato e bersagliato da chi ne sa sempre una più di noi: loro sì che sanno tutto e che alle spalle hanno un futuro di grande successo.

Che anche quello lo divora l'abisso.

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