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Soldatino di stagno

Pubblicato da enzo cilento su 30 Novembre 2013, 11:29am

Tags: #la storia

E' un po' di tempo che non si parla che di scarti (lo fa papa Bergoglio) e di cianfrusaglie, di scorie e di macchinari rotti e abbandonati (ne ho scritto persino io, giorni fa).

Dopo la recensione di un paio di giorni fa apparsa su "Avvenire", scopro che ne tratta con ben altro spessore anche il professor Gianluca Cuozzo (insegna Teoretica a Torino) in un interessante "Filosofia delle cose ultime". Lo comprerò!

"Walter Benjamin - conclude Cuozzo - afferma che non ci sarà futuro per l'umanità se non saremo in grado di riscoprire, sotto le rovine dei nostri fallimenti, un monito decisivo rispetto ai nostri progetti del presente e dell'immediato futuro. La salvezza avviene nel momento in cui ci rivolgiamo al passato pronti a cogliere, tra i rottami che la storia scaraventa ai nostri piedi, una chance del tutto nuova per la redenzione". C'è la salvezza, insomma dentro la nostra storia...

Vengono in mente i protagonisti delle opere di DeLillo e Auster, Bing Nathan soprattutto che è l'ideatore dell'Ospedale delle Cose rotte, in cui si prende cura di quegli oggetti - vecchie radio a valvole, macchine per scrivere, grammofoni, giocattoli a molla- che sono stati spazzati via dall'economia dell'usa e getta. Suo sogno è forgiare una nuova realtà sulle rovine di un mondo andato a rotoli.

Il contrario è lo spettacolo irreale del mondo delle idee platoniche perfette e sintetiche che viene sfornato dalla tv e dal meccanismo della società dell'immagine, lifting compresi.

Inutile aggiungere che di robivecchi, anche a Porta Portese, se ne trovano sempre meno; e che di gente che ripari il vecchio e ciò che sembra non poter più funzionare, quasi non ce n'è più: neppure i calzolai. Così muoiono le cose vecchie e rotte, gli anziani e quelli che non funzionano più perfettamente, secondo i nostri canoni. Essi sono lo scarto. Sono le prostitute e peccatori senza speranza che però pare al Cristo piacessero di più, vecchio orologiaio...

Sarà che papa Bergoglio viene da un mondo sommerso da rifiuti, dove la gente scava tra i rifiuti per riciclare e rimettere a posto ciò che potrebbe ancora funzionare, mentre noi siamo quelli che buttano via, senza appello.

E questo spiega molte cose.

Il nostro mondo artificiale non ha vita pregressa; chi ha vita invece non può essere solo artificiale.

Voglio mettermi a raccogliere tutto ciò che altri buttan via, come il famoso soldatino di stagno della favola: sono certo che riprenderà a vivere. Che ha una storia da salvare: la mia!

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