Immensità che toglie il respiro

Pubblicato da Enzo Cilento su 21 Aprile 2015, 08:06am

Fa' che io comprenda la tua volontà; fa' che, con grande reverenza e con attenta riflessione, io rammenti, uno per uno e tutti insieme, i tuoi benefici, così che sappia rendertene grazie.[..........]

Quando penso alla tua altezza, il mio spirito viene meno di fronte a questa immensità..... Tutto è tuo dono.

Mi imbatto questa mattina nella preghiera (cap. XXII Imitazione di Cristo) attribuita - come tutto il libro - all'amanuense Tommaso di Kempis, il presunto autore dell'opera citata appunto; che sembra fosse molto cara peraltro a Giovanni XXIII.

E mi capita di incontrarla il giorno dedicato a sant'Anselmo d'Aosta, filosofo e dottore della chiesa, autore del Proslogion e del Cur Deus Homo.

Che è proprio questa la domanda di tutti: "Perchè mai per un Dio, farsi uomo, miserevole corpo che si corrompe e soffre e invecchia come il nostro, dico...".

Ma quel che possiedo, l'intelligenza di Anselmo o invece la semplicità del portinaio Corrado di Parzham che pure oggi si ricorda, è quello di cui devo gioire, se voglio viver bene.

Come un fiore che duri un giorno di fronte al più pregiato di questi, al più ricercato, a quelli di serra che fanno bella mostra di sè, nelle case dei ricchi.

Che a noi basti la nostra sorte di piccolezza; che quella di grandezza non ci faccia sentire padroni del mondo, perchè anche questa è infelicità.

Che ti si renda grazie - come alla vita - per quel che siamo. E' quell'immesità da cui deriverei che mi toglie il respiro, là dove "il mio spirito viene meno" di fronte al sublime; per riprendere ancora la preghiera con cui abbiamo iniziato

Per un'ascesi del quotidiano

Vale la pena partire...

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