Una ladra di libri si conquista il Paradiso.
Potrebbe sintetizzarsi così la storia vista ieri al cinema.
Di libri si vive, di libri si sogna: raccontare e lasciarsi raccontare aiuta a vivere. Si racconta anche in silenzio. Noi ci raccontiamo persino in un gesto ed in uno sguardo
.La mia casa è piena di libri: strabordante. Ci sono quelli di mio padre, dal latino al greco, dalla pedagogia alla letteratura al teatro. Mio padre ha sempre letto per studiare, per darci di che vivere e da mangiare; credo che si sia saziato anche dei suoi libri per la sua fame di conoscere.
A lui dispiace buttar via persino i manuali di geografia di quarant'anni fa, superati da tutti gli avvenimenti di questo mondo.
Suo padre viaggiava sull'atlante, dopo aver attraversato l'Atlantico, materialmente, per andare a lavorare in America: conosceva come me, da bambino, tutte le capitali del mondo e alla fine ha scelto, chissà, di vivere in un angolo del globo da cui non si è quasi mai più mosso: perché si viaggia anche segnando i percorsi sulle carte geografiche.
Mio nonno avrebbe potuto fare il nocchiero di una nave ma amava di più andarsene in giro in bicicletta nei dintorni. E questo, mia nonna, non glielo ha mai perdonato...Nella mia casa ci sono i libri di mia mamma, romanzi e molta America del Sud. Lettrice vorace e narratrice di cento misteri, come sua nonna; i libri di mia mamma sono colorati come le riviste che acquista, geografa anche lei, innamorata del mondo.
Mia madre ama la poesia e la cucina: anche quei libri occhieggiano dalle mensole stracariche, anche della ricette scritte a mano da sua nonna.
E poi ci sono i libri di ciascuno di noi: libri di spiritualità, di avventure, di viaggi, romanzi, saggi, filosofia e persino teologia, libri di anatomia.
Questa è la mia casa, quella in cui sono cresciuto, mille pagine che mi hanno fatto testimone della parola che salva e che consola.Non riesco a concepire un mondo di gente senza libri.
Quando mio padre pensa a ciò che sarà dopo la sua scomparsa, non può fare a meno di chiedersi "questi libri chissà che fine faranno" che è un po' come dire, "chissà queste storie a chi continueranno a raccontarsi".
Non si è mai gelosi di un libro: siamo custodi semmai della loro vita. E' il silenzio che ci fa paura, il loro, il macero. Perché nessuna storia lo merita.