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Ciò che vedono altri

Pubblicato da enzo cilento su 25 Dicembre 2013, 11:49am

Tags: #in vista

Custodite tutte le cose belle che dicono dei vostri figli.

Lo faceva anche Maria, sentendo parlare del suo.

E i nostri figli sono anche e soprattutto le cose che facciamo: le nostre opere. "Eccoli i miei gioielli" - diceva la madre dei Gracchi. E i miei gioielli sono le cose in cui metto tutto me stesso, il cuore e il sentimento, la volontà e la dolcezza, la tenacia e la speranza, l'abbandono e talora la stanchezza.

Sono le cose che scrivo e che dipingo; le mie poche righe; le parole che dico a chi incontro; quel conforto che mi capita di saper dare talora a chi ne abbisogna; persino qualche buon consiglio, le mie mani sulla tastiera; quelle appoggiate sulla spalla d'un amico.

La mia vita, faticosa ma piena di me, è il mio figlio in fin dei conti; e, di quelle cose belle che io scorgo anche attraverso ciò che altri vedono in essa, devo aver cura: custodire tutto.

A volte, il nostro sguardo su noi stessi è molto meno vero di quello che altri riescono ad avere altri su di noi: "tu saresti un buon padre o un buon maestro; o un buon attore o un buon sacerdote o un ottimo giornalista".

E di questo bisogna fidarsi e mettere tutto questo fieno in cascina per capire come lo sguardo degli altri, di chi ci ama, invero, sappia vedere oltre ciò che siamo: proiettandoci fin nelle nostre potenzialità oltre che nei propri desideri. Chi ci ama del resto vuole solo che noi siamo ciò per cui siamo fatti: perché sa che dalla nostra felicità dipende il gusto di frequentarci ancora e di godere della nostra pace e della nostra amicizia.

Chi ci ama, ci vuole per quel che siamo: non ci vuole per sé:

E allora custodite tutto nel vostro cuore, in silenzio; mettete in quest'arca silenziosa, come in terra, il seme e l'eco che avete raccolto; senza aver fretta. Date tempo alle cose e fidatevi di quel che voi non riuscite a vedere. E' questo l'augurio per Natale.

Che ciascuno esca dal proprio concetto su di sé e impari a fidarsi di quanto incontriamo: esso parla di noi ed è per noi: si chiama Provvidenza. Che è nei fatti, nei nostri tortuosi percorsi; negli incontri.

Giunto il Natale e il tempo della semina, è ancora il tempo della germinazione e del pane sotto la neve: in fondo, la vita è appena cominciata. E voi crescete con questo bimbo in cui altri già vedono l'uomo che sarà, inspiegabilmente.

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